Coordinamento nazionale del 18/19 gennaio 2014
Si è svolto lo scorso weekend il Coordinamento nazionale di Sinistra Anticapitalista con una ampia partecipazione nazionale ed una approfondita discussione che ha affrontato tre temi:
- un primo bilancio delle campagne politiche ed organizzative decise in novembre;
- lo sviluppo dei rapporti e delle attività comuni con le altre forze della sinistra anticapitalista in Europa, a partire dalla Grecia e dalla Francia;
- la situazione politica e sociale in Europa e in Italia con uno specifico riferimento anche alle prossime elezioni europee.
Il Coordinamento prendendo atto dello sviluppo positivo della campagna di sottoscrizione in corso ha approvato una mozione politica complessiva e un ordine del giorno tematico sul centenario della prima guerra mondiale su cui è stata decisa una specifica campagna.
Leggi anche l’Ordine del giorno sul centenario della “Grande Guerra”
Risoluzione del Coordinamento nazionale del 18/19 gennaio 2014
La metaforfosi dell’Europa capitalista
Con la svolta neoliberale impressa negli anni Ottanta del Novecento dalla politica dell’amministrazione Reagan negli USA e, soprattutto, da quella del governo Thatcher in Gran Bretagna, l’orientamento e la stessa impostazione ideologica dell’Unione europea hanno cambiato di segno.
Negli anni 50 i primi tentativi di dare un volto comune ai differenti stati europei attraverso la fondazione della CEE avevano come scopo quello di tentare di sottrarre gli stati del vecchio continente alla totale subalternità all’imperialismo americano e di creare una massa critica sul piano economico e su quello politico capace di competere, come altro imperialismo, con quello USA, anche se, di fronte alla cosiddetta “minaccia sovietica”, restavano totalmente dipendenti dalla potenza militare statunitense.
Fu per tutti questi motivi e per fugare ogni possibile rinnovarsi di rischi di belligeranza (anche tenuto conto della incertezza dei confini post bellici, vedi il caso della Ruhr e dello stesso Sud Tirolo) con il trattato di Roma venne costituita nel 1957 la Comunità economica europea, attorno all’asse tra la Francia e la Germania.
Questa istituzione si caratterizzò subito per una marcata e voluta differenziazione politica e sociale non solo, ovviamente, nei confronti dei sistemi in vigore nell’Unione sovietica e negli stati satellite dell’Est Europa, ma anche nei confronti del modello statunitense, attraverso una sottolineatura della capacità di intervento pubblico in economia (necessario anche al fine di una ricostruzione dell’apparato produttivo che nessun singolo capitalista sarebbe stato in grado di garantire) e attraverso la sbandierata proposizione di un “modello europeo” di stato sociale, con forti tinte universalistiche e redistributive.
Si trattava di rispondere alla pressione e alle lotte di una classe lavoratrice sempre più forte, strutturalmente per l’aumento quantitativo e qualitativo legato allo sviluppo economico, politicamente per la formazione di sempre più numerosi quadri di avanguardia su posizioni di classe radicali.
L’obiettivo era anche quello di contrapporre al modello orientale una “società del benessere” fondata su un forte sviluppo economico, diffusi servizi sociali gratuiti (o quasi) e una discreta libertà democratica.